sabato 4 dicembre 2010

PALLONE - Barcellona vs Real Madrid, el Clasìco 2010. Lo chiameremo opera d'arte

Puro spettacolo. Uno spettacolo divino che ha schiantato il Real Madrid del nuovo corso mourinhano ma già il più forte degli ultimi anni. Doveva essere una gara equilibrata, combattuta, dal risultato indeciso. E' stata, da parte catalana, una dimostrazione di forza totale. La difesa blanca, che avrebbe dovuto rimbalzare gli attacchi di Messi e co. per rilanciare l'azione di rimessa in un credo tanto caro a Mourinho, è stata aperta con una facilità irrisoria dal gioco rapido, arioso, a tutto campo del Barcellona, con tutti i suoi interpreti in serata di grazia e qualcuno anche di più. Il Real non è incappato in una giornata storta, non si è dimenticato di scendere in campo ma è stato spazzato via dal rettangolo verde con le armi più belle che si possono ammirare oggidì in un terreno di gioco: verticalizzazioni e palleggio, palleggio e verticalizzazioni. Lo fanno in tanti, nessuno come la formazione di Guardiola. Quando sono in serata, e capita spesso, i blaugrana non cedono mai alla giocata di fino autoreferenziale. La tecnica dei molti talenti in squadra, nessuno solista, è finalizzata a creare lo spazio necessario per far partire il pallone affinchè raggiunga un compagno già in rampa di lancio. Schemi semplici ma di difficile attuazione, bisognosi di lavoro e costante oliatura. Schemi mandati a memoria fin dalle giovanili, dove si gioca il medesimo calcio della prima squadra. Con l'ingresso di Jeffren, erano nove i canterani del Barça, giocatori della cantera, del vivaio allestito nella Masìa. Guardiola e il suo staff stanno sublimando il lavoro di anni, che già aveva dato ottimi frutti, sfruttando una generazione di giocatori forse irripetibile, iniziato da Cruijff e l'ex-presidente Nunez nel 1979. Quando, a fine anni '80, Cruijff torna in Catalogna per allenare la prima squadra può contare sui primi talenti come Amor, Sergi, Guardiola, De la Pena. Con Van Gaal debuttano Xavi e Puyol, Rijkard lancia Messi e Bojan. Guardiola porta in prima squadra Pedro e Busquets. Cantera gana cartera ha intitolato El Mundo Deportivo l'indomani del 5 a 0, della manita. Il vivaio sconfigge il denaro. E aldìlà della demagogia che suona un po' come buoni contro cattivi non si può non sorprendersi contenti, estasiati per una filosofia calcistica che cerca di coniugare il business con il romantico, il marketing con la passione e quindi, ritrovarsi soddisfatti per la vittoria del Barcellona contro l'album di figurine, strepitose, fenomenali (e tra le molte in campo spiccava un assenza, importante, Higuain) del Madrid. Giocatori fortissimi bisognosi di una guida pragmatica e vincente come quella di Mourinho che però hanno dovuti inchinarsi di fronte alla maestria di ragazzi, molti appena sopra i 170 cm, dalla tecnica perfetta e dalla filosofia di gioco spettacolare. di Gianni Trevi



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