lunedì 18 ottobre 2010

PEDALI - Ciclocross, Coppa del Mondo: Stybar domina la prima

Il campione del mondo Zdenek Stybar (Telenet-Fidea) continua nel suo dominio di inizio stagione con la vittoria nella prima gara di Coppa del Mondo ad Aigle, in Svizzera. Stybar attacca a metà dell'ora di gara con un assolo che porta il 24enne della Repubblica Ceca alla vittoria, confermandosi imbattuto in questa stagione con il sesto trionfo consecutivo. "La forma è molto buona" ha detto Stybar. "Ogni gara è difficile, quindi devo gioire di tutte le vittorie che conquisto con questa maglia di campione del mondo perché la forma può svanire. Però, ho ancora qualche riserva della mia condizione migliore. Mi sono allenato duramente nelle ultime settimane e ora dovrò recuperare da tutte le fatiche per rimanere atleticamente fresco". Dietro Stybar, conquistano gli altri gradini del podio Niels Albert (BKCP-Powerplus) e Kevin Pauwels (Telenet-Fidea), rispettivamente secondo e terzo. Klaas Vantornout (Sunweb-Revour) vince la volata per il quarto posto davanti al sorprendente Dieter Vanthourenhout (BKCP-Powerplus). Quattro belgi nei primi cinque ma che non sono riusciti però a togliere la vittoria al campione del Mondo nella gara disputata vicina al quartier generale dell'UCI ad Aigle. Il campione francese Francis Mourey (FDJ) grintoso e combattivo alla sua maniera per un solido sesto posto batte allo sprint Sven Vanthourenhout (Sunweb-Revor) e Steve Chainel (Bouygues Telecom). Il campione belga Sven Nys cede a metà gara chiudendo con un deludente nono posto mentre Bart Wellens, estromesso dal gruppo di testa per un incidente meccanico conclude in decima posizione. I quattro crossisti americani non sono mai in lizza per una posizione nella top ten: Jonathan Page (Planet Bike), il migliore, chiude al 19° posto mentre Jeremy Powers (Cannondale-Cyclocrossworld) arriva qualche secondo dopo in ventesima avendo recuperato sei posizioni nell'ultima tornata. Jamey Driscoll (Cannondale-Cyclocrossworld) si piazza 24° e il campione statunitense Timothy Johnson (Cannondale-Cyclocrossworld) taglia il traguardo al 26°, con 3.02 di ritardo da Stybar.
La gara è una battaglia di tattica nella prima mezz'ora. Nys e Stybar guidano un gruppo numeroso su un percorso tecnico e veloce ma non fanno mai la differenza. Dopo cinque giri di corsa davanti rimangono in undici ma Stybar si porta in testa non appena vede alcuni dei più importanti rivali scivolare nel fondo del gruppo. La potenza ceca imposta un ritmo furioso e lento ma inesorabile assottiglia gli avversari trovandosi da solo in testa nel settimo degli undici giri. Il campione del Mondo guadagna venti secondi su un gruppetto di inseguitori composto da Vantornout, Pauwels e Dieter Vanthourenhout e l'ex iridato Niels Albert. Quest'ultimo lotta fin dall'inizio per rimanere con i migliori e migliora costantemente in ogni giro; è solo alla sua terza gara stagionale dopo l'infortunio al ginocchio di Settembre. Albert aumenta sugli inseguitori assicurandosi il secondo posto ma, nel finale, Stybar è troppo lontano. Stybar vince la prima gara di Coppa del mondo della stagione con nove secondi su Albert e quattordici su Pauwels. (fonte: cyclingnews.com di Brecht Decaluwé. trad. di Giorgio Nascimbeni)




1 Zdenek Štybar (Cze) Telenet-Fidea Cycling Team 1:03:48
2 Niels Albert (Bel) BKCP-Powerplus 0:00:09
3 Kevin Pauwels (Bel) Telenet-Fidea Cycling Team 0:00:14
4 Klaas Vantornout (Bel) Sunweb-Revor 0:00:20
5 Dieter Vanthourenhout (Bel) BKCP-Powerplus 0:00:28
6 Francis Mourey (Fra) FDJ 0:00:30
7 Sven Vanthourenhout (Bel) Sunweb-Revor
8 Steve Chainel (Fra) Bbox Bouygues Telecom 0:00:31
9 Sven Nys (Bel) Landbouwkrediet 0:00:43
10 Bart Wellens (Bel) Telenet-Fidea Cycling Team 0:00:54

sabato 16 ottobre 2010

PEDALI - Giro di Lombardia: il vallone cala il bis

Al momento non sembra esserci avversario in grado di contrastarlo. Al mondiale australiano l'ha sconfitto Eolo respingendo l'ennesima fiammata e rimbalzandolo nel gruppo, ma dopo il Giro del Piemonte Philippe Gilbert conquista anche il secondo Giro di Lombardia consecutivo scattando, come l'anno scorso, sul San Fermo della Battaglia. La cavalcata del vallone inizia sul nuovo Colma di Sormano in compagnia di Nibali, Scarponi e Lastras. Nella discesa il siciliano della Liquigas cade nell'affrontare una curva, riparte subito ma il terzetto è andato. Gilbert allunga sotto una pioggia torrenziale ma verso la fine della discesa viene affiancato dalla ammiraglia di Damiani e consigliato di aspettare Scarponi per affrontare assieme l'ultima asperità. A trecento metri dalla cima del San Fermo Gilbert accelera, Scarponi sbaglia a cambiare e perde l'attimo, il belga va via e s'invola potente e solitario verso il traguardo di Como.
di Giorgio Nascimbeni

PALLONE - Lo zenith del Milan di Capello


Fu la più grande dimostrazione di forza del Milan di Capello. Il 18 maggio del 1994 ad Atene, nella finale della Champions League (si chiamava già così ma vi partecipavano solo le vincitrici del proprio campionato), la formazione del tecnico di Pieris annichilì in meno di un'ora il Barcellona di Johan Cruijff che scendeva in campo con il favore dei pronostici. L'ex asso del calcio olandese e allora tecnico tra i più gloriosi d'Europa provò a vincere la partita prima di giocarla bruciando la vigilia con dichiarazioni incendiarie sull'andamento della sfida e sulle qualità di alcuni giocatori rossoneri. La provocazione gli si ritorse contro ma sarebbe ingiusto considerare la prestazione del Milan figlia solo di una reazione alle velenose parole dell'allenatore blaugrana. Il Milan dimostrò soprattutto di aver studiato molto bene l'avversario nei giorni precedenti la finale lasciandogli il pallino di un gioco che non si accese mai. Un pressing senza soluzione di continuità impedì ai creativi del Barça di ragionare (Guardiola su tutti), Albertini e Desailly distrussero e ripartirono con forza e lucidità, Boban fece con maestria il collante tra centrocampo e attacco, Donadoni rapido a verticalizzare o crossare, Massaro e Savicevic lì davanti continuarono a scambiarsi le posizioni nascondendo i punti di riferimento ai propri marcatori. Ma sorprendente fu la retroguardia con capitano, solo per l'occasione, Tassotti e la coppia centrale Galli e Maldini in una eccellente sostituzione degli squalificati titolari Baresi e Costacurta. Assieme a un grande Panucci fermarono puntualmente i punteros Stoichkov e Romario che non si resero mai pericolosi.
Il Milan non distrusse il Barcellona come tanti hanno sostenuto ma lo annichilì, illustrandogli con il passare dei minuti che l'inerzia della partita non si sarebbe mai tinta di blaugrana, e i gol fecero da corollario a una convinzione che pian piano si installò nella mente degli spagnoli: la sconfitta, poi roboante, sarebbe in un modo o nell'altro sopraggiunta spazzando via anni di calcio spettacolare e vittorioso. Vinse il potente tatticismo di Capello miscelato all'affidabilità tecnica e alla fantasia dei suoi giocatori.
Rimane oggi il vertice calcistico del Milan post-Sacchi, in coabitazione con il Milan ancelottiano del primo tempo di Instanbul contro il Liverpool e della sfida a San Siro nel 2007 contro il Manchester United. di Gianni Trevi