mercoledì 15 settembre 2010

PALLONE - Maledetto Clough

Il 12 settembre 1974 fu l'ultimo giorno di Brian Clough da allenatore del Leeds United. L'ultimo di quarantaquattro giorni diventati leggendari per il più discusso allenatore del calcio inglese. Assieme a Chapman, Busby, Shankly, Paisley, Ramsey e Ferguson merita di sedere nello scranno dei più grandi tecnici che abbiano allenato in Inghilterra. Con una differenza sostanziale rispetto ai sopracitati maestri: non ha mai allenato squadre di prima fascia. Anzi, sì. Per quarantaquattro giorni. Il Leeds United. L'odiato Leeds. La squadra più temuta e sleale d'Inghilterra. Il Leeds guidato da Don Revie. Nemico di Clough quando il nostro guidava il Derby County, formazione che portò dalla Seconda Divisione alla conquista del titolo nel 1972. Dopo una semifinale di Coppa Campioni persa dal suo Derby con la Juventus (famoso il suo cheating bastards rivolto ai bianconeri, rei, secondo lui, di aver corrotto l'arbitro) e un anno interlocutorio quanto svogliato al Brighton si riaccende la speranza, da sempre cullata, di sedere sulla panchina della nazionale dei tre leoni. Ma la Federazione non vede di buon occhio questo personaggio scorbutico, scostante, arrogante e soprattutto terribilmente sincero. Con la sorpresa di molti approda al Leeds campione d'Inghilterra rimasto senza guida per il passaggio di Don Revie alla nazionale inglese. L'impatto è devastante, il prosieguo ancor peggiore: il tentativo di Clough di conficcare un po' di lealtà tra lo spirito gladiatorio e l'altezzosità da star dei giocatori del Leeds fallisce miseramente. Lo spogliatoio guidato dal capitano Billy Bremner, i dirigenti, i tifosi remano contro fin dal primo giorno, Brian Clough ci mette del suo per incrinare i rapporti con la dirigenza che mal sopporta i suoi metodi dispotici e lo stentato, a dir poco, inizio di stagione dei campioni in carica portano al licenziamento del manager.
Quei quarantaquattro giorni vengono raccontati e romanzati brillantemente da David Peace nel libro "Il Maledetto United" e filmati, meno brillantemente, nel film omonimo diretto da Tom Hooper. Brian Clough dopo la negativa esperienza a Ellan Road si ferma, raccoglie l'orgoglio, riabbraccia il suo mitico "secondo" Peter Taylor e inizia l'irripetibile avventura al disgraziato Nottingham Forest: conquista la promozione in First Division e, da neopromosso, guida il suo undici alla vittoria nel campionato '77/'78. Ma cosa ancor più clamorosa, arriva sul tetto d'Europa per due anni consecutivi. Unica squadra, il Nottingham, ad aver messo in bacheca più coppe dalle grandi orecchie che titoli nazionali. E' la rivincita di Clough, il miglior manager che la nazionale inglese non ha mai avuto. di Gianni Trevi

sabato 11 settembre 2010

MOTORI - Jochen Rindt, quarant'anni fa.

Monza 1970. L'austriaco Rindt scende in pista durante le qualifiche del 10° Gran Premio della stagione. Guida la Lotus dell'ingegnere Colin Chapman, ha vinto cinque gare su nove di cui quattro consecutive e guida la classifica del campionato con 45 punti, venti di vantaggio sul secondo, Jack Brabham. Seguono Denny Hulme con 20 e il ferrarista Jacky Ickx a 19. E' il primo pomeriggio di sabato 5 settembre, Rindt comincia a girare e a limare centesimi. La sua Lotus 72 è senza alettoni per permettere di contrastare in velocità le Ferrari di Ickx e Regazzoni. Durante il quinto giro, all'ingresso della Parabolica, l'alberino del freno destro cede di schianto, la mancanza di alettoni ha logorato l'impianto frenante, la monoposto di Rindt sbanda verso sinistra e si proietta contro il guard-rail: l'impatto è violentissimo, la decelarazione non lascia scampo e disintegra la Lotus che termina la corsa in una nebbia di terra. Quando arrivano i soccorsi il cuore di Rindt non pulsa più, un piede è quasi strappato dalla caviglia, lo sterno perforato dal piantone dello sterzo. A un primo massaggio cardiaco sembra possa esserci una seppur flebile reazione ma durante il trasposto al Niguarda di Milano il pilota austriaco cessa definitivamente di vivere. Il giorno dopo vince Clay Regazzoni ma è Ickx a insidiare il primo posto di Rindt con la vittoria in Canada. Il belga vanifica la scalata alla cima della graduatoria terminando al quarto posto nel Gp successivo a Watkins Glen. Inutile la vittoria del pilota della Ferrari nell'ultima tappa motoristica della stagione, il 25 ottobre, a Città del Messico: Rindt ha accumulato troppi punti, nessuno lo scalza dal trono di miglior pilota dell'anno. E' l'unico campione del mondo postumo. di R.P. McMurphy